“L’Ultimo caffè della sera” – recensione del libro di Diego Galdino

Scorrere verso il basso

Tempo fa ho deciso di ampliare la sezione dedicata al caffè e dedicarmi a tutti i suoi aspetti, non solo le ricette, ma anche i suoi riferimenti nella storia, arte e spettacolo. Quando mi si è presentata l’occasione di recensire un libro con il caffè nel titolo e dove l’autore è un famoso barista di Roma ho raccolto l’idea con grande entusiasmo.

Introduzione

Il libro in questione si chiama “L’Ultimo caffè della sera” di Diego Galdino ed è il seguito del suo primo libro “Il primo caffè del mattino”. Insieme all’autore, ci trasferiamo a Roma, dove per molti anni Massimo Tiberi gestisce un caffè. Nel momento in cui conosciamo Massimo lo troviamo sofferente perchè il suo grande amore (che abbiamo conosciuto nel primo romanzo) gli ha spezzato il cuore.

La bella prima parte del libro è dedicata al tormento interiore del protagonista, ai suoi sforzi di risanare il cuore spezzato e l’animo addolorato. Il libro decolla con un po’ di lentezza, proprio come la guarigione di Massimo. Meno male che questa lunga sofferenza è spezzata da descrizioni allegre e simpatiche di personaggi che passano all’interno del caffè e che fanno parte del vivace quadro generale che descrive il bar.

Mina

Il libro ha una svolta molto piacevole quando finalmente conosciamo Mina, il nuovo amore di Massimo. La ragazza è semplicemente una boccata di aria fresca sia per il protagonista sia per i lettori e non possiamo fare altro che farcela piacere perchè è bella, allegra e dall’animo gentile. Dal momento in cui conosciamo la ragazza non possiamo fare altro che sorridere a tutti gli sforzi del protagonista per farla sentire speciale. Seguiamo i loro momenti speciali, quando si conoscono e ovviamente quando si innamorano perdutamente. E quando pensiamo che il lieto fine è dietro l’angolo, ecco che ritorna il passato di Massimo che si ritrova a dover scegliere tra il suo primo grande amore e tra chi gli ha risanato il cuore.

Ovviamente non intendo fare spoiler e dirvi come finisce il libro ma vi posso solo dire che alla prima reazione impulsiva di Massimo ci viene da dire… ma cosa fai?! dove vai?! chi scegli?

Il libro si legge con leggerezza e spensieratezza. Penso che il finale sia il pezzo forte del romanzo. L’inizio tormentato e i momenti impregnati di romanticismo tra i due innamorati però mi sono risultati spesso un po’ ripetitivi. Detto questo…non ho potuto non sentire le farfalle nello stomaco al primo incontro tra i protagonisti oppure al loro primo bacio e ovviamente nelle ultime pagine legate alla scelta finale.

E il caffè? Il caffè è presente e anche tanto. Infatti sono convinta che il manoscritto originale profumi di caffè. Come avevo accennato prima, per me, oltre il finale, la parte forte del libro è quella dedicata alla vita del bar. Ogni persona che fa parte della “famiglia” del bar Tiberi è un microcosmo divertente, tragico o semplicemente dal cuore buono. Così diversi tra di loro ma constantemente legati attraverso quel posto ricco di chiacchiericcio e risate. Ogni persona che passa attraverso quel bar ha il suo caffè preferito e che rispecchia in qualche modo il suo personaggio. Passando per qualche ipocondriaco che sceglie il decaffeinato e finendo su chi vive spesso in un mondo di fantasia e si gusta la vita lentamente gustando un bel cappuccino caldo.

Il caffè

E il caffè Mina. Ah.. per me la più grande chicca del libro è questo caffè al ginseng preparato per la ragazza, appunto Mina, che il protagonista prepara per impressionarla.

“…Massimo allora si fece serio, prese una bustina di polvere di ginseng solubile amaro, versò il contenuto in una tazza un po’ più grande del normale, una via di mezzo tra quella da caffè e quella da cappuccino, poi la riempì metà di acqua bollente e mescolò con un cucchiaino fino a sciogliere la polvere completamente, dopodiché prese il bricco con il latte di soia e lo scaldò, con movimenti lenti, lasciando che si formasse in superficie un’abbondante schiuma che poi versò nella tazzina con il ginseng quasi fino a superare il bordo, vi spolverò sopra una quantità generosa di polvere di cacao e concluse con l’aggiunta di una bustina intera di zucchero di canna, stando bene attento a non rovesciare nemmeno una goccia di quell’opera d’arte liquida.”

Un’idea deliziosa, racchiusa in un romanzo godibile, leggero e adatto ad un pubblico vasto ed eterogeneo.

p.s. Se ti piacciono le ricette con il caffè consulta la mia sezione dedicata: Mondo del caffè.

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